Venezia e le nozze di Bezos: problema o opportunità?
Roberto Agirmo • 26 giugno 2025
La vera soluzione? Venezia città a Statuto Speciale
Venezia è una città fragile. Non ha bisogno di pubblicità forzata, né di essere trasformata in una passerella per eventi eccessivamente spettacolari.
Lo scrivo da "Veneziano" innamorato della sua città, che ne conosce le meraviglie e le fragilità ogni giorno.
Tuttavia, credo serva una riflessione più seria e meno impulsiva sul caso del matrimonio di Jeff Bezos a Venezia.
Bezos ha donato oltre 4 milioni di euro a realtà locali: CORILA, Venice International University, e l’Ufficio UNESCO per Venezia.
Fonte – Page Six (NY Post)
Fonte – Reuters
Fonte – Washington Post
A questo si aggiunge l’indotto economico generato da centinaia di fornitori, artigiani, lavoratori dell’ospitalità e della logistica, coinvolti in un evento di altissimo profilo.
Il vero problema non è Bezos, ma un modello turistico che da anni consuma Venezia senza restituirle nulla in termini di risorse e tutela.
Il nemico non sono i grandi eventi ben gestiti e ad alto impatto economico, ma il turismo mordi-e-fuggi, favorito da scelte urbanistiche discutibili: hotel a basso costo a Mestre, zero filtri di accesso, promozione indiscriminata. Su questo aspetto le giunte Brugnaro hanno delle grosse responsabilità!
Chi bivacca sui ponti con panino e kebab in mano, chi lascia rifiuti e non porta alcun beneficio reale alla città... non è meno invasivo solo perché è "popolare".
Anzi, spesso sono proprio queste dinamiche a minare il futuro di Venezia.
Il discorso è complesso e va affrontato con lucidità, visione e responsabilità.
Se vogliamo davvero difendere Venezia, dobbiamo ripensare il sistema, non puntare il dito contro chi — nel bene o nel male — porta lavoro, risorse e visibilità mondiale.
Condanna netta allo strumentalismo politico
Guai a strumentalizzare la vicenda per prossime elezioni regionali o comunali.
Un esempio lampante è Tommaso Cacciari, nipote dell’ex sindaco Massimo, che guida il comitato "No Space for Bezos".
Pur dichiarando di non essere contro le nozze in sé, Cacciari parla di «arroganza di un tecno‑feudatario» , esultando per lo spostamento dell’evento come fosse una vittoria politica (“stiamo vincendo 3‑0 a tavolino”)
Questo genere di retorica suona come campagna elettorale mascherata da tutela civica. Venezia merita rispetto, non slogan.
Per chi vuole fare un passo in più, ecco una proposta concreta:
Uno strumento per tutelare il patrimonio veneziano in modo strutturale, equilibrato e duraturo.
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Le ultime audizioni desecretate della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid stanno facendo emergere un quadro che smentisce anni di narrazione ufficiale. Giuseppe Ippolito, membro del Comitato Tecnico Scientifico e della Task Force governativa, ha dichiarato testualmente: «Il piano pandemico? Mai discusso. Le decisioni? Politiche, non scientifiche.» Per anni ci hanno ripetuto che ogni scelta – lockdown, chiusure, sospensioni dal lavoro, obblighi sanitari – derivava dalla “scienza” e che non esistevano alternative. Oggi sappiamo che non era così : le decisioni fondamentali venivano prese a livello politico, senza un piano pandemico aggiornato , senza una reale strategia di prevenzione territoriale, e con un approccio ospedalocentrico che ha contribuito al collasso del sistema. Cinque verità scomode Alla luce di queste rivelazioni, non si può ignorare che molte delle critiche mosse allora da chi veniva etichettato come “no vax” trovano oggi conferma: I cosiddetti no vax che criticavano la politica, avevano ragione. Quando dicevano che esistevano cure per il Covid, avevano ragione. Quando denunciavano che la strategia “tachipirina e vigile attesa” era sbagliata, avevano ragione. Quando affermavano che intubare in certe condizioni equivaleva a condannare a morte, avevano ragione. Quando sostenevano che la gestione dell’emergenza fosse anche una speculazione politica ed economica a vantaggio di pochi, avevano ragione. Seguire i soldi per capire le responsabilità Basterebbe confrontare redditi e patrimoni di certi politici, dirigenti sanitari e medici con incarichi istituzionali prima e dopo la pandemia per trovare tracce evidenti di arricchimenti e conflitti di interesse . La storia ci insegna che seguendo i soldi si trovano i colpevoli . Ma, troppo spesso, chi ha soldi e potere è anche chi controlla le commissioni d’inchiesta . Perché questa verità ci riguarda tutti Non si tratta di rivincite ideologiche, ma di giustizia e responsabilità . Perché se chi ha gestito l’emergenza ha commesso errori o scelte consapevoli che hanno danneggiato vite, economia e diritti, è un dovere civile e morale pretenderne il rendiconto . Resistere Veneto continuerà a vigilare , informare e denunciare ogni tentativo di insabbiamento . La verità non può essere sepolta sotto anni di propaganda. Vedremo se questa Commissione avrà il coraggio di arrivare fino in fondo o se, ancora una volta, prevarranno gli interessi di chi deve proteggere se stesso.