Ci promettono di morire insieme. Ma noi scegliamo di resistere, vivere e disobbedire.
Roberto Agirmo • 26 giugno 2025
La NATO alza i toni: pronti a combattere, a soffrire e a morire: intervista integrale a Roberto Agirmo, Resistere Veneto
In un’Europa che sembra aver smarrito la via della pace e della diplomazia, Resistere Veneto alza la voce attraverso le parole di Roberto Agirmo. L’intervista che vi proponiamo affronta temi cruciali come la deriva militarista delle istituzioni europee, il ruolo della NATO, l’economia di guerra e la necessità di costruire un’alternativa politica e culturale fondata sulla pace e sulla dignità dei popoli. Un messaggio chiaro a chi non si rassegna alla logica della paura e della violenza.
Giornalista:
Roberto, nei giorni scorsi il vertice NATO all’Aia ha pronunciato parole che hanno fatto molto discutere. Parliamo di quel “Siamo pronti a soffrire e morire insieme”. Come avete reagito voi di Resistere Veneto?
Roberto Agirmo:
La prima reazione è stata di sdegno. Poi, subito dopo, di allarme. Quelle parole, pronunciate con freddezza burocratica da leader politici europei, sono il simbolo di un’Europa completamente deragliata. Una classe dirigente che si presenta ai suoi popoli promettendo sofferenza e morte collettiva non è solo inadeguata: è pericolosa. Siamo nel 2025, non nel 1914. Eppure ci ritroviamo con i carri armati davanti ai teatri della diplomazia.
Giornalista:
Ma loro parlano di “deterrenza”, di difesa comune, di pace attraverso la forza.
Roberto Agirmo:
Sì, è lo stesso slogan da secoli. Solo che oggi ha un budget da trilioni e una macchina propagandistica spietata. Parlano di deterrenza mentre tagliano la sanità.
Parlano di sicurezza mentre la gente affonda nei debiti, nei disastri ambientali, nei pronto soccorso chiusi.
È una colossale presa in giro. Si chiama economia di guerra. E serve solo a chi vende armi, a chi investe nei conflitti, a chi costruisce potere sul sangue degli altri.
Giornalista:
Il nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha definito la nuova Europa “più forte e più letale”. Cosa ne pensa?
Roberto Agirmo:
Che è una dichiarazione aberrante. Letale per chi, esattamente? Per i cittadini europei o per i nemici immaginari costruiti nei briefing militari? L’idea che l’Europa debba diventare “più letale” è un tradimento completo del sogno europeo.
Dove sono finiti i valori fondanti? Pace, progresso, cooperazione? Sostituiti da bombe, droni e minacce. Ci stanno vendendo la guerra come se fosse una riforma sociale.
Giornalista:
Ma allora secondo voi qual è l’alternativa realistica? La neutralità?
Roberto Agirmo:
L’alternativa si chiama pace giusta,
non pace armata. Si chiama diplomazia senza condizioni. Si chiama ripudio della guerra non solo come principio costituzionale, ma come pratica quotidiana. La guerra non può diventare normalità.
La pace non può essere derubricata a utopia. Noi di Resistere Veneto vogliamo costruire un’altra narrazione: non basata sulla paura, ma sulla dignità. Sul dialogo. Sulla disobbedienza civile, se necessario.
Giornalista:
Non temete di essere accusati di ingenuità? O addirittura di essere filorussi, come spesso capita in questi casi?
Roberto Agirmo:
Questa è l’altra arma del sistema: il ricatto morale. O sei con loro, o sei con il nemico. È la logica del “patriottismo tossico”, come lo chiamiamo noi. Ma
noi non ci stiamo.
Non siamo né filorussi né filostatunitensi: siamo filopopolari. Difendiamo i nostri territori, le nostre comunità, la nostra Costituzione. E soprattutto difendiamo il pensiero critico. È diventato sovversivo dire che la guerra è una follia? Bene, allora saremo sovversivi.
Giornalista:
Cosa proponete, concretamente?
Roberto Agirmo:
Intanto, un atto culturale: smettere di accettare il linguaggio della guerra.
Chi accetta il linguaggio della guerra ha già perso la pace. Poi un’azione politica: chiediamo che il Veneto non diventi complice di questo nuovo militarismo.
Vogliamo istituzioni regionali che dicano NO all’economia di guerra, che rilancino l’obiezione di coscienza, che difendano la pace come infrastruttura strategica. Non è un’utopia. È una necessità. Chi dice che una Regione non ha il potere di cambiare questi sistemi sbaglia: se il Veneto inizia a far sentire la sua voce, può diventare esempio per altre regioni. Questa è la vera politica dal basso.
Giornalista:
Il nome “Resistere Veneto” richiama alla memoria storie di lotta. Oggi cosa significa per voi “resistere”?
Roberto Agirmo:
Resistere oggi significa non piegarsi alla logica della paura.
Significa non obbedire al culto delle armi. Significa disobbedire quando la legge serve la guerra e non la giustizia. Significa vivere, non “soffrire e morire insieme”. Noi scegliamo di resistere, vivere e lottare per un Veneto e un’Europa che non abbiano più bisogno di generali, ma di poeti, medici, contadini, insegnanti, artigiani. È da lì che riparte la vera sicurezza.
Giornalista:
Un’ultima domanda. Cosa direbbe oggi a un giovane veneto che guarda con disincanto a tutto questo?
Roberto Agirmo:
Gli direi: "non credere a chi ti dice che sei nato in un mondo senza alternative". La guerra è una scelta, non un destino. E resistere è ancora possibile. Forse è l’unica cosa che conta davvero.
LEGGI ANCHE GLI ALTRI ARTICOLI DI RESISTERE VENETO:

Le ultime audizioni desecretate della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid stanno facendo emergere un quadro che smentisce anni di narrazione ufficiale. Giuseppe Ippolito, membro del Comitato Tecnico Scientifico e della Task Force governativa, ha dichiarato testualmente: «Il piano pandemico? Mai discusso. Le decisioni? Politiche, non scientifiche.» Per anni ci hanno ripetuto che ogni scelta – lockdown, chiusure, sospensioni dal lavoro, obblighi sanitari – derivava dalla “scienza” e che non esistevano alternative. Oggi sappiamo che non era così : le decisioni fondamentali venivano prese a livello politico, senza un piano pandemico aggiornato , senza una reale strategia di prevenzione territoriale, e con un approccio ospedalocentrico che ha contribuito al collasso del sistema. Cinque verità scomode Alla luce di queste rivelazioni, non si può ignorare che molte delle critiche mosse allora da chi veniva etichettato come “no vax” trovano oggi conferma: I cosiddetti no vax che criticavano la politica, avevano ragione. Quando dicevano che esistevano cure per il Covid, avevano ragione. Quando denunciavano che la strategia “tachipirina e vigile attesa” era sbagliata, avevano ragione. Quando affermavano che intubare in certe condizioni equivaleva a condannare a morte, avevano ragione. Quando sostenevano che la gestione dell’emergenza fosse anche una speculazione politica ed economica a vantaggio di pochi, avevano ragione. Seguire i soldi per capire le responsabilità Basterebbe confrontare redditi e patrimoni di certi politici, dirigenti sanitari e medici con incarichi istituzionali prima e dopo la pandemia per trovare tracce evidenti di arricchimenti e conflitti di interesse . La storia ci insegna che seguendo i soldi si trovano i colpevoli . Ma, troppo spesso, chi ha soldi e potere è anche chi controlla le commissioni d’inchiesta . Perché questa verità ci riguarda tutti Non si tratta di rivincite ideologiche, ma di giustizia e responsabilità . Perché se chi ha gestito l’emergenza ha commesso errori o scelte consapevoli che hanno danneggiato vite, economia e diritti, è un dovere civile e morale pretenderne il rendiconto . Resistere Veneto continuerà a vigilare , informare e denunciare ogni tentativo di insabbiamento . La verità non può essere sepolta sotto anni di propaganda. Vedremo se questa Commissione avrà il coraggio di arrivare fino in fondo o se, ancora una volta, prevarranno gli interessi di chi deve proteggere se stesso.

Il Veneto ha tutto: imprese eccellenti, lavoro, ingegno, cultura. Ma non ha una cosa fondamentale: il potere di decidere come far circolare la propria ricchezza. Per questo nasce la proposta degli Skei Veneti: una moneta complementare regionale, completamente legale, già usata in altre realtà europee e italiane, pensata per rafforzare l’economia interna del nostro territorio. Ci manca la sovranità monetaria In Italia e in Europa la moneta è nelle mani di soggetti lontani, che decidono politiche finanziarie valide per tutti... tranne che per i territori produttivi come il nostro. Senza sovranità monetaria , il Veneto produce valore ma non può trattenerlo. I soldi che girano finiscono altrove. Noi restiamo con le briciole e le promesse. E intanto la Regione resta immobile, incapace di proporre soluzioni concrete. Resistere Veneto non vuole aspettare altri vent’anni: vuole agire adesso , con strumenti legali, efficaci, territoriali Sì, è legale. E funziona già altrove La moneta complementare è perfettamente legale se utilizzata su base volontaria tra soggetti privati e pubblici. Non viola il ruolo della BCE, non sostituisce l’euro, non è una “moneta parallela”, ma un circuito di scambio interno. Ecco alcuni esempi già attivi: Sardex (Sardegna): usato da migliaia di imprese per scambiare beni e servizi senza usare euro. Chiemgauer (Baviera): moneta regionale che stimola il commercio locale e finanzia progetti sociali. WIR (Svizzera): attivo dal 1934, coinvolge oltre 60.000 aziende con un volume di scambi miliardario. Se funziona in Germania e in Svizzera, perché non in Veneto? Cos’è davvero uno Skeo? Gli Skei Veneti sono unità di scambio digitali ( o cartacee, se serve), accettate da imprese, cittadini ed enti pubblici locali c he scelgono di aderire al circuito. Non sostituiscono l’euro: lo affiancano. Non creano debito , né interessi. Non servono per pagare le tasse , ma per valorizzare gli scambi locali. Chi accetta Skei partecipa a una rete solidale, tracciata, autonoma , dove il valore rimane in Veneto e si moltiplica. Cosa prevede la proposta di legge di Resistere Veneto La proposta che abbiamo scritto prevede: la creazione del Circuito Skei Veneti , gestito da una fondazione o consorzio regionale; l’uso della moneta complementare per: - scambi tra imprese locali, - acquisti da parte dei cittadini, - servizi pubblici non tributari (musei, trasporti, fiere, eventi); la promozione di un mercato veneto a km zero , resiliente e coeso; un sistema trasparente, tracciato e sicuro , senza speculazione. Basta immobilismo, vogliamo il fare La Regione da anni parla di autonomia, ma non fa nulla. L’attuale amministrazione regionale non ha progetti strutturali per l’economia veneta, non crea circuiti alternativi, non propone visioni a medio-lungo termine. Resistere Veneto non è il movimento del lamento. Siamo il movimento del fare. Scriviamo leggi, costruiamo strumenti, proponiamo soluzioni. Gli Skei Veneti non sono una bandiera simbolica: sono un atto concreto di autonomia dal basso. La tua opinione per noi è importante! Aspettiamo una tua opinione Il cambiamento non arriva dall’alto. Si costruisce dal basso, insieme , un passo – o meglio, uno skeo – alla volta.

La Regione Veneto ha da tempo istituito marchi territoriali, come il “celebre” (quasi sconosciuto) Made in Veneto , con l’obiettivo di valorizzare i prodotti e le aziende nate e cresciute nella nostra terra. Tuttavia, fino a oggi, questi marchi non hanno mai avuto il ruolo concreto che meritano: spesso sono rimasti soltanto un’etichetta senza sostanza, poco conosciuti e poco valorizzati, sia dai consumatori che dagli stessi produttori. Resistere Veneto vuole cambiare questa realtà , mettendo al centro del proprio programma elettorale un progetto ambizioso e concreto: rilanciare il marchio Made in Veneto non come un semplice simbolo, ma come un vero e proprio strumento di sviluppo economico, identità culturale e visibilità internazionale per tutte le imprese venete. La proposta di legge: standard, comunità e promozione La nostra idea è semplice ma innovativa. Proponiamo una legge regionale che: Definisca con chiarezza gli standard di qualità e origine territoriale che le aziende devono rispettare per fregiarsi del marchio Made in Veneto. Questo garantirà ai consumatori trasparenza e affidabilità, valorizzando prodotti autentici e fatti con orgoglio nel nostro territorio. Crei una community certificata di imprese venete , attive nei settori chiave della nostra economia: dall’artigianato al settore agroalimentare, dalla manifattura al turismo, dalla cultura all’innovazione tecnologica. Una rete capace di collaborare, crescere insieme e rafforzare la propria presenza sul mercato. Lanci un programma di promozione regionale, nazionale e internazionale, che attraverso fiere, eventi, piattaforme digitali e negozi tematici in spazi pubblici e turistici, dia finalmente visibilità reale ai prodotti e ai servizi veneti. Il project financing: un rilancio a costo quasi zero Sappiamo bene che la Regione non può farsi carico da sola di grandi investimenti. Per questo il progetto prevede l’utilizzo di project financing , cioè meccanismi di collaborazione pubblico-privata . Attraverso bandi trasparenti , saranno selezionati progetti guidati da soggetti privati interessati a investire nelle iniziative di rilancio e promozione , creando così un indotto economico virtuoso. In questo modo, il rilancio del Made in Veneto sarà a costo quasi zero per la Regione , ma con un grande ritorno economico e di immagine per le imprese e per tutto il territorio. Networking d’impresa: la forza del collettivo Uno dei punti centrali del progetto è la creazione di un vero e proprio networking tra aziende venete , un ecosistema in cui la forza di ogni singola impresa viene esaltata e moltiplicata dalla collaborazione collettiva. Insieme, le imprese potranno condividere risorse, esperienze, strategie di mercato e opportunità , costruendo un sistema produttivo e commerciale più solido, competitivo e riconosciuto a livello globale. Perché chi veneto è, veneto fa! Questa iniziativa vuole dare concretezza a un principio fondamentale: il legame con il territorio non è solo un valore simbolico, ma un motore economico e culturale imprescindibile. Il nostro progetto è una scommessa per il futuro: vogliamo che il Made in Veneto diventi un marchio di garanzia, orgoglio e crescita per ogni impresa e per tutti i cittadini veneti. Resistere Veneto crede in un Veneto che valorizza le proprie radici per costruire un domani più forte e prospero. Roberto Agirmo Candidato in Provincia di Venezia per resistere Veneto