Autonomia a parole, centralismo nei fatti: la truffa della Lega

Roberto Agirmo • 23 ottobre 2025

Promettono libertà per il Veneto. In realtà, la Lega centrale firma l’accentramento del potere su porti e territori.

l’articolo pubblicato oggi su Il Piccolo, che annuncia la nascita della nuova Spa statale chiamata a dirigere le strategie dei porti italiani — un’operazione che toglie autonomia anche alle regioni a statuto speciale come il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.

La notizia che smaschera il gioco

Il quotidiano Il Piccolo di Trieste riporta oggi una notizia passata (quasi) sotto silenzio: il governo Meloni — con la Lega pienamente coinvolta e con Salvini in prima linea come Ministro delle Infrastrutture — ha deciso di togliere autonomia alle Autorità portuali italiane.


Nascerà infatti una Spa pubblica nazionale, con sede a Roma, che avrà il compito di decidere strategie, concessioni e gare d’appalto per tutti i porti d’Italia.
Dalle Alpi alla Sicilia, un solo centro di comando deciderà tempi, investimenti e priorità, anche nelle regioni a statuto speciale.


Altro che autonomia.
Questo è un ritorno al dirigismo di Stato mascherato da “riforma strategica”.


Il paradosso del Nord

Mentre Zaia recita il copione dell’autonomia imminente, il suo stesso partito partecipa alla demolizione di ogni forma di autogoverno locale. Trieste, Venezia, Genova — snodi cruciali per la logistica del Nord e dell’Europa — vengono sottratti alle loro comunità e consegnati a un’unica Spa romana.


In nome dell’efficienza, si toglie libertà.
In nome della semplificazione, si cancella la responsabilità territoriale.


E il Nord produttivo, quello che tiene in piedi il Paese, viene trattato come una succursale amministrativa da controllare a distanza.


Autonomia o marchio elettorale?

La Lega, un tempo paladina dei territori, è oggi parte integrante del centralismo.
Predica il decentramento, ma pratica la subordinazione.
Parla di libertà, ma firma decreti che riportano tutto a Roma.

L’autonomia, così come viene oggi brandita, non è più un progetto politico, ma un marchio da campagna elettorale, un’etichetta da esibire nei talk show e nei gazebo.


Il problema non è solo la contraddizione: è la disonestà politica di chi illude i cittadini parlando di federalismo mentre costruisce, pezzo dopo pezzo, un sistema sempre più piramidale e opaco.


Il vero bivio democratico

Un Veneto davvero autonomo non nascerà da un decreto romano né da una promessa elettorale.
Nascerà solo se i cittadini riacquisteranno il diritto di decidere direttamente, se la politica tornerà a essere strumento di partecipazione e non di propaganda.


Resistere Veneto lo dice con chiarezza: l’autonomia non è decentramento amministrativo, ma un passo verso una democrazia diretta e responsabile, capace di rimettere le scelte nelle mani delle comunità.

Perché chi centralizza il potere non lo fa per coordinare: lo fa per controllare.
E chi parla di autonomia mentre la cancella, non governa: imbroglia.


📷 Nell’immagine: l’articolo pubblicato oggi su Il Piccolo, che annuncia la nascita della nuova Spa statale chiamata a dirigere le strategie dei porti italiani — un’operazione che toglie autonomia anche alle regioni a statuto speciale come il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.

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